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La nuova Libertà

  • Autore: ALA Onlus
  • 29 gen, 2023

Gruppo di incontro in carcere

Quali sono le emozioni, i sentimenti, i vissuti provati da un soggetto che si trova ad affrontare l'ultimo periodo della sua pena detentiva?

Nel tentativo di rientrare nella società l'ex detenuto spesso vive una serie di problematiche che spesso destabilizzano.


L'uscita dal carcere è una zona di confine caratterizzata da paure, incertezze, dubbi, aspettative e desideri che implicano rielaborazioni emotive funzionali al reinserimento sociale, obiettivo congiunto di operatori ed ex-detenuti. Si tratta di restituire al mondo extramurario una persona che abbia contatto con se stesso, che abbia individuato e potenziato le proprie competenze umane e professionali.


Spesso in carcere i detenuti coinvolti in programmi di recupero ed educativi sottolineano come il diventare adulto implichi essere consapevoli delle proprie azioni e considerare il rischio di poter commettere ancora errori.


Il trasgredire per molti detenuti rappresenta una modalità di adattamento all'ambiente, l'unico modo di esprimersi in un contesto dove non esistono figure di riferimento credibili, un contesto quindi che non lascia margine di trasformazione e possibilità di cambiamento. Per aver desiderio di costruire è necessario avere qualcosa o qualcuno in cui credere e con cui costruire insieme un'identità.


Avere responsabilità non è solo un peso ma è anche gratificante e il desiderio di ottenere gratificazioni certamente motiva l'agire.

Se usciti dal carcere non si ha la possibilità di ritrovarsi e riconoscersi in una realtà che gratifica e sostiene nella ricostruzione di sé, diventa naturale lasciarsi sedurre dalle tentazioni che sono sempre in agguato per tutti gli esseri umani, ma lo sono ancor di più per chi le ha già conosciute e vissute.


Il detenuto che ha terminato la sua carcerazione e il suo percorso di crescita personale ha la fantasia di rinnovarsi ma spesso non ha la struttura su cui poter fare affidamento. Ciò che manca quindi è la possibilità reale di poter coltivare la propria identità.

Purtroppo oggi l'istituzione difficilmente si domanda cosa serve a una persona per essere costruttiva.


Ecco allora il rischio di perdersi e disinteressarsi, passivizzarsi. Se da un lato l'ex detenuto vuole esserci al meglio e dimostrare di potercela fare, dall’altra purtroppo deve pur sempre fare i conti con una realtà istituzionale che, se in parte garantisce e sostiene, dall’altra presenta contraddizioni intollerabili e non riconoscimento. La natura umana è costituita di energia che se non ha possibilità di espressione può essere mal canalizzata, producendo così atteggiamenti e risposte inefficaci e non adattative.

Sulla base di queste riassuntive premesse ci si propone di lavorare con i detenuti come uomini dotati di consapevolezza, che progettano, costruiscono, sperimentano; uomini che hanno risorse e creatività.


Autore: ALA Onlus 08 giu, 2023

Che cos’è la PrEP?

PrEP sta per profilassi pre-esposizione.

Si tratta di una terapia farmacologica che viene utilizzata per prevenire l’infezione da HIV: in breve, consiste nell'assumere pillole "anti-HIV", nonostante si sia negativi all'infezione, per prevenire la contrazione della stessa.

Come si usa?

La pillola va assunta cadenza giornaliera, in questo modo se il paziente dovesse essere esposto al virus responsabile  dell’AIDS il farmaco preverrebbe l'infezione, impedendo al patogeno di entrare nelle cellule e replicarsi.

Può essere una soluzione utile per me?

  • Se hai rapporti sessuali con una persona sieropositiva che non ha una carica virale pari a zero, non assume correttamente le terapie o ha un’infezione recente.
  • Se hai incontri sessuali casuali e non sempre usi il preservativo.
  • Se non sei a conoscenza dello stato del tuo partner o hai un partner ad alto rischio.
  • Se fai usi di droghe o condividi siringhe

Autore: ALA Onlus 27 feb, 2023

In Italia, avvengono ogni anno oltre 70.000 separazioni o divorzi

Fatta eccezione per le situazioni più singolari, il padre è il membro della famiglia che si allontana dall’abitazione condivisa e a cui, generalmente, non viene riconosciuto l’affidamento dei figli.

Una delle motivazioni di questa disparità può essere l’ immagine culturale ancora confusa e stereotipata della famiglia tradizionale, dove la madre riveste il ruolo di figura atta e dedita alla cura e all’educazione dei figli, quindi più indispensabile nella loro quotidianità.

Lentamente, anche la figura del padre diventa sempre più riconosciuta ma ciò nonostante non si più parlare ancora di parità nel riconoscimento del ruolo educativo.

“La mamma è sempre la mamma”

Autore: ALA Onlus 11 feb, 2023

In breve

La messa alla prova è una misura alternativa alla detenzione , che ha lo scopo di favorire il reinserimento sociale di persone che hanno subito una condanna per reati non particolarmente gravi.

Cosa

Si tratta di una temporanea sospensione del processo che può essere richiesta dall'avvocato di difesa, già dalla prima fase delle indagini preliminari; nel concreto permette all'indagato di svolgere delle attività significative (ad esempio, lavori di pubblica utilità) che gli permettano di evitare o ridurre la punizione.

Durante lo svolgimento di queste attività, dette messa alla prova, il procedimento penale viene sospeso (e con esso, ovviamente, anche i termini di prescrizione del reato).

Chi

In genere questo strumento è messo a disposizione di soggetti incensurati (al loro primo reato), ma è anche dedicato a  coloro che abbiano già riportato altre condanne e ai quali, sia già stata contestata la recidiva ex art. 99 c.p.

La messa alla prova può essere concessa solo una volta e prevede, in ogni caso il risarcimento del danno fatto.

Autore: ALA Onlus 11 feb, 2023
L'HIV è una malattia del sistema immunitario , che gli impedisce di proteggerci correttamente. Le persone ammalate, quindi, sono molto più sensibili alle infezioni e per loro aumenta la probabilità che sviluppino tumori.
 È , infatti, la vulnerabilità  che rende questa malattia così difficile da gestire.

Come per una buona parte dei virus la loro trasmissione è particolarmente elevata, e nel caso dell'HIV ci sono molti modi in cui si può trasmettere la malattia.

Uno dei più comuni è il rapporto sessuale non protetto.

I tuoi sono protetti?
Autore: ALA Onlus 29 gen, 2023

Quali sono le emozioni, i sentimenti, i vissuti provati da un soggetto che si trova ad affrontare l'ultimo periodo della sua pena detentiva?

Nel tentativo di rientrare nella società l'ex detenuto spesso vive una serie di problematiche che spesso destabilizzano.


L'uscita dal carcere è una zona di confine caratterizzata da paure, incertezze, dubbi, aspettative e desideri che implicano rielaborazioni emotive funzionali al reinserimento sociale, obiettivo congiunto di operatori ed ex-detenuti. Si tratta di restituire al mondo extramurario una persona che abbia contatto con se stesso, che abbia individuato e potenziato le proprie competenze umane e professionali.


Spesso in carcere i detenuti coinvolti in programmi di recupero ed educativi sottolineano come il diventare adulto implichi essere consapevoli delle proprie azioni e considerare il rischio di poter commettere ancora errori.


Il trasgredire per molti detenuti rappresenta una modalità di adattamento all'ambiente, l'unico modo di esprimersi in un contesto dove non esistono figure di riferimento credibili, un contesto quindi che non lascia margine di trasformazione e possibilità di cambiamento. Per aver desiderio di costruire è necessario avere qualcosa o qualcuno in cui credere e con cui costruire insieme un'identità.


Autore: ALA Onlus 29 gen, 2023

Per il progetto "La nuova Libertà" abbiamo scelto di utilizzare il  gruppo di incontro come strumento educativo, in quanto permette uno scambio di consigli e strategie tra individui con personalità differenti che si trovano ad affrontare una stessa difficoltà . Il confronto porta i partecipanti alla scoperta di soluzioni alternative rispetto a quelle valutate nella propria esperienza precedente e soggettiva.

Il gruppo di incontro, quindi, è utile per tutti coloro che devono affrontare, per la prima volta, una situazione non comune e complessa.

Come funziona?

Nella maggior parte dei casi, il gruppo di incontro viene organizzato in presenza ed è gestito interamente dalla figura di un professionista : un operatore sociale, un educatore, uno psicologo o uno psicoterapeuta.

Questa figura ha lo compito di guidare lo scambio: far notare ai partecipanti che cosa sta accadendo, creare un clima di agio , riassumere i punti chiave e tradurre i concetti meno chiari.


Il gruppo aiuta a:

Chiedere:

Lo spazio offerto dal gruppo dà a tutti i partecipanti, la possibilità di esprimersi in un ambiente controllato e non giudicante , condividendo i propri dubbi e le proprie riflessioni con gli altri membri.

Dare:

Il partecipante ha la possibilità di impersonare due ruoli :

  • Quello della persona che chiede aiuto
  • Quello della persona che è in grado di dare supporto , condividendo le proprie soluzioni

Permette quindi al partecipante di ri-scoprirsi competente .

Gestire

Durante il dialogo di gruppo, come nella quotidianità, si creano situazioni di scontro e di confronto (normale conseguenza dello scambio di opinioni ).

La figura del mediatore contribuisce, quindi anche ad aiutare i partecipanti a migliorare le proprie capacità relazionali.

Capire

Durante il percorso di ascolto il partecipante viene stimolato ad  empatizzare con le difficoltà e i ragionamenti degli altri e, dove possibile, a riconoscervisi. 

Rispettare e accettare le opinioni dell'altro, anche se diverse, permette di sviluppare una capacità verso la tolleranza .


Un periodo di semi-isolamento sociale, come l'esperienza carceraria, può essere formativa per diversi motivi; nonostante ciò, se il periodo è particolarmente prolungato, può portare l'individuo a disabituarsi al ritmo, alla confusione ed alla frenesia della quotidianità. 

Un supporto temporaneo come il gruppo di incontro, ci permette di accompagnare e sostenere i partecipanti nei primi passi verso la loro nuova Libertà. 

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